La malattia di vivere

“Ci sono persone a cui sembra sempre tutto facile. E ne sono così convinte che spesso poi alla fine riesce loro davvero tutto semplice. Sono quelle che da incompetenti si buttano in un discorso con interlocutori molto più preparati;  che si avventurano in un’attività senza avere al riguardo alcuna esperienza; quelle insomma che hanno sempre un’opinione su tutto e sono incrollabili nelle loro convinzioni.

Quanto odiava queste persone. Se Claudia al contrario sentiva di avere una certezza era proprio quella di non avere mai un parere definitivo su niente. Si vedeva come coloro che, essendo fuori forma ed in sovrappeso, vanno a fare jogging nei parchi. Caracollano sudati e paonazzi mentre vengono superati da una serie infinita di magrissimi podisti che osservano sfrecciare al doppio della velocità facendo metà della loro fatica.

Perché a lei invece tutto doveva apparire sempre così tremendamente difficile? Relazionarsi con gli altri, mantenere un amore, parlare con i propri figli. Insomma, le riusciva difficile: vivere.

Come l’acqua che dopo aver cominciato a bollire finisce per evaporare se rimane ancora a lungo sui fornelli, accumulava tensioni ed amarezze che alla lunga la consumavano. Sempre più spesso negli ultimi tempi esplodeva nella maniera più insensata, come se a quella stessa pentola d’acqua fosse stato aggiunto il sale prima di aver abbassato il fuoco. A volte bastava un nonnulla: una persona incompetente, un addetto al pubblico maleducato, qualcuno che usasse un tono inadeguatamente leggero rispetto al suo stato d’animo, per spingerla a lanciarsi  in una delle sue scenate rabbiose tanto folli quanto immotivate.”

da “Giugno, anime inquiete” – Massimo Di Veroli